Poemas de naturaleza :  Yo, . . . el limón
“Ya sea en agua o con tequila, mi ser gran sabor destila.”

En tierra fértil digna hermosa, nunca marchita,
la mexicana que fiel labor bien necesita
con las semillas vida temprana de un gran querer
jardín en finca, campos sembrados, brotó mi ser.

El limonero árbol del alma cálido albergue,
grato follaje azas verdoso que no se pierde,
me dio por fruto en temporada, divino abono,
limón me llaman, sus hojas firmes, pues, son mi trono.

Amo cosecha, cuesto trabajo en ramaje duro
de varas fuertes medio espinosas, así maduro
transpiro, huelo, acre de arraigo soy vitamina
“C” la fragante . . . antioxidante ácida mina.

En una mesa con sal yodada siempre partido
denme sus labios esas “chupadas” que, yo, les pido,
destilo gotas voy salpicando el terso mundo
rocío perfume y me disperso, todo lo inundo.

Sagrada huerta feraz el suelo de aquel trasplante
las manos lindas, noble el afecto fertilizante,
voy aguardando mi dulce Adriana tu luz temprana,
pa’ darte aromas y mis sabores cada mañana.

Autor: Lic. Gonzalo Ramos Aranda
La Conchita, Zapotitlán, Tláhuac, Ciudad de México, a 14 de diciembre del 2017
Dedicado a la Señora Adriana Osorio Ramírez, en su cumpleaños . . .
Reg. SEP Indautor No. (en trámite)
Poeta

Sonetos :  La Primavera llega
La primavera está por llegar, nido
En nuestros corazones, bocanada
De amor de almas que nos unen, llamada
De la naturaleza, colorido.

El campo con sus flores estallido
De fragancias que llenan la mirada
De provocada estampa, disfrazada
De bellos aromas crea ceñido.

Vestido que deja ver la curvada
Y desnuda cadera, que bramido
Escupe mis ser, al lado tendido.

Mis manos dejan de ser, convertido
En tu piel me uno a ti, correspondido
Por tu sonrisa fiel enamorada.



Por Conrado Augusto Sehmsdorf
(KURT)


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Poeta

épicos :  Silencio de Campo Santo
Poeta

Textos :  Le punte della sfera...

Le punte della sfera.

Spesso si parla di esperimenti, da cui dipende il futuro della nostra specie, che mettono a dura prova l’uomo stesso, depositario di una verità che nemmeno lui conosce.

La mente gioca brutti scherzi, fa vedere quello che non c’è. E tutto sarebbe più rassicurante, se davvero imperassero le fiabe, quale unica e vera materia di cui è fatta la nostra vita.

E tanti altri piacevoli momenti. Una provocazione che, senza dubbio, va letta fra le righe. Capire se nel nostro passato ci sono stati eventi che hanno generato queste spiacevoli situazioni è molto importante, solo così si potrà essere in grado di vincerle.

Spesso la vita è fatta di cose complicate, di sbandamenti, di passi incerti e di terreno che slitta sotto i piedi, questo deduco…

Formulate le domande, però, la difficoltà sta nel trovare le risposte, probabilmente limitate dalla nostra errata percezione, condizionata dal nostro background e dalla nostra formazione culturale, che potrebbe renderci incapaci di valutare le possibili varianti.

La visione odierna della realtà si basa su forme e immagini dipinte nel passato, riempendo il presente, ma che non ci conducono nel futuro.
Ciò condusse a concepire l'essenza della realtà in una sfera situata al di là dell'esperienza, raggiungibile solamente per via mistica.

Il rischio però è di confondere la fantasia con la realtà storica. Essa può essere anche solo una immagine mentale, ma nel caso che a noi interessa questa rappresentazione diviene o un’immagine concreta o un oggetto.

Ma, a proposito di queste relazioni è essenziale distinguere fra le cose in quanto fenomeni, cioè come date dalla sensibilità, e le cose come pensate dal mero intelletto; giacché, se non si compie questa distinzione, si cade in quella “intellettualizzazione dei fenomeni”.

A prescindere dal campo artistico, qualsiasi rappresentazione è sempre una conoscenza della realtà.
E la conoscenza è sempre una rappresentazione. Il nostro destino non è scritto nella pietra, ma nelle ombre di chi ci ha preceduti, e nei nostri sogni onirici e desideri profondi.

Ciascuno di noi vive mettendo in scena un mito: vedere questo mito, evocare e imparare a dialogare con le immagini degli antenati e dei sogni, significa avviarsi alla guarigione. Svelare le dinamiche del clan familiare ci aiuta a comprendere le nostre inibizioni: si ha in tal modo la possibilità di vivere, creare, essere e amare a partire da quello che siamo veramente.

Quando si parla di linguaggi si entra in un territorio di enorme complessità, tuttavia è intuitivo e per nulla complesso comprendere come la comunicazione possa utilizzare linguaggi tra loro molto diversi.

Alcuni linguaggi utilizzano le parole, altre i suoni, altre le immagini, altre le forme, altre i gesti e i movimenti. I linguaggi di sole parole generano la letteratura e la poesia.

Fino all’ultima e definitiva delusione, epilogo di un mondo che non è poi tanto cambiato, nonostante siano passati secoli. In pratica anche nella costruzione dell’immagine si può dare prevalenza o agli elementi della percezione o a quelli dell’interpretazione.

Si tratta di un vedere con gli occhi invisibili e immateriali della consapevolezza, ma altrettanto reali di quelli materiali, nel senso espresso dal termine inglese “insight” o del tedesco Einsicht, vedere dentro, all’interno.

L’ideale sarebbe quello di avere la possibilità di confrontare una moltitudine di risposte, ancor più se date da personalità diverse tra loro per estrazione culturale, status sociale, esperienze, scelte di vita, credo, età, carattere... la riflessione è la considerazione astratta per cui l'Io si pensa come contrapposto al proprio oggetto, e quindi come limitato da questo, anziché comprendere che l'oggetto è prodotto dall'Io stesso.

Ogni cosa è colta nel suo essere se stessa, nella sua assoluta presenza, nel suo perenne fluire, senza giudizi e pregiudizi, percepita cioè non nella modalità del dovrebbe essere, sarebbe bene che fosse o del potrebbe essere, ma dell’è così.

La riflessione, o “senso interno”, come una delle due fonti di tutte le nostre idee: attraverso la sensazione abbiamo le idee che ci vengono dall'esterno, con la riflessione abbiamo le idee delle nostre operazioni mentali, come percepire, dubitare, credere, ragionare, volere, desiderare ecc.

Uno studio approfondito del proprio albero offre la possibilità di comprendere fino a che punto quello che si pensa, si sente, si desidera o si vive, così come i conflitti e le ferite, possono essere il risultato di un passato familiare, sociale, storico o di un residuo educativo.

In questo problema rientrano capacità di giudizio e di valutazione molto variabili da individuo ad individuo e da epoca ad epoca.
Uno degli strumenti più immediati e più rigorosi ai fini della conoscenza di sé è la meditazione.

Meditare significa letteralmente andare al centro di sé stessi, del proprio Sé profondo, e mettersi in connessione con esso, stabilire un contatto diretto con ciò che vi è di più significativo, con l’assolutamente significativo e l’incondizionatamente presente e reale, dove il significato e la realtà sono di tipo esistenziale – esperienziale, al di là di ogni teoria, di ogni mistica, filosofia, insomma di ogni struttura di pensiero codificata.

La conoscenza intuitiva consente all'individuo la comprensione di un universo unitario e permette all'intelletto di essere parte dell'Essere Infinito. L'intelligenza è adeguata alla considerazione degli oggetti materiali, ma non può affrontare l'essenza della vita o del pensiero.

Non sempre troverete una risposta univoca, ma, di certo, avrete tanto materiale su cui riflettere. Ma l’arte non si definisce perché produce quadri e non automobili, ma perché produce qualcosa di migliore rispetto alla media. Un quadro può essere un’opera d’arte (ma può anche non esserlo) così come anche un’automobile può essere un’opera d’arte.

In ogni settore dell’attività umana vi è un top di eccellenza i cui prodotti rappresentano, in quel settore, delle opere d’arte.

Questo lavoro su di sé permette di ottenere o ripristinare quell’equilibrio e quell’armonia della psiche che costituiscono il presupposto indispensabile per muovere ulteriori passi sulla via della ricerca di sé e della conoscenza di se stessi.

La Verità va ricercata con lo studio, la riflessione, la purezza di vita, la devozioni agli alti ideali e considerano la Verità come una ricompensa alla quale mirare, non un dogma da imporre agli altri con autorità… la tolleranza a tutti, anche agli intolleranti, non come privilegio da concedere, bensì come dovere da adempiere e cercano di rimuovere l'ignoranza, non di punirla.

Se vi parliamo di tutto questo, non è con l'intenzione di giudicare nessuno, né il vostro modo di essere o di vivere! Vogliamo semplicemente dirvi che la vostra civiltà è in difficoltà, tutto ciò deriva solo da una cattiva gestione delle risorse umane.

Vero bene è quindi l'accettazione della razionalità dell'universo; unico male il rifiutarla; fra questi due estremi tutto quanto vive è solo un cumulo di cose indifferenti.

Di certo, della vostra vita attuale vedete solamente violenza, sofferenza e oscurità di coscienza, ma non vedete perché quelli che chiamate "i media" non vi mostrano, o vi mostrano raramente, l'altruismo, la bellezza, la generosità, l'Amore e tutto ciò che gli esseri umani sono in grado di realizzare.

La virtù è nell'agire secondo ragione, unico vero bene per l'uomo e quindi fonte della sua felicità; è, ancora, dominio delle passioni, perché lasciandole libere di predominare nel nostro spirito causano una fatale confusione fra bene e male obnubilando la ragione e allontanandoci dalla felicità.

Non andrete più a cercare fuori perché troverete tutto dentro di voi. Non vedete che tutto in voi si muove, avete l'impressione che le persone, gli animali, la vegetazione e tutto ciò che avete intorno sia statico e immobile.

Tuttavia tutto si muove di continuo e sempre più velocemente, il vostro DNA come tutte le particelle di vita, e se aveste la capacità di percepire questa accelerazione potreste rendervi conto della profonda trasformazione delle persone, della vita e di ciò che siete.

Avete grandi momenti di assenza; constaterete che tali momenti di assenza e di oblio non hanno alcuna relazione con qualche disarmonia o con un cattivo funzionamento del vostro corpo umano, ma sono in totale relazione con le immense trasformazioni e trasmutazioni che vive l'umanità.

Ma questo per voi è difficile comprenderlo perché vi toglie la terra sotto i piedi, toglie la sicurezza del giusto cammino, toglie il paradiso che avete messo davanti agli occhi, e allora rimane il buio…

E’ una parte di voi stessi con cui intuitivamente desiderate riconnettervi.
Come abbiamo condiviso, ci fu un tempo in cui la grandezza di ciò che siete era in piena ascesa, attivo, ancora in forma fisica ma consapevole delle porte interiori, in modo da poter andare e venire liberamente, attraverso lo spostamento della vostra percezione e della vostra coscienza, in altre dimensioni della realtà.


Autore: Joel Fortunato Reyes Pérez
Poeta

Poemas :  Dureza del corazón.
Dureza del corazón.
Autor: Pierre Reverdy.
Francia 1889-1960.
Poeta nacido en Narbona el 13 de septiembre de 1889. Inspirador del movimiento surrealista, fundó la Revista Nord-Sud, dedicada también al cubismo. La mejor parte de su obra: "Sources du vent", "Ferraille" y "Le chant des morts".
Este es versión de César Moro. En: "El tragaluz oval" 1916.


Dureza del corazón.


Jamás hubiera querido volver a ver tu triste rostro
Tus mejillas hundidas y tus cabellos al viento
Me fui a campo traviesa
Bajo aquellos húmedos bosques
Noche y día
Bajo el sol y bajo la lluvia
Bajo mis pies crujían las hojas muertas
A veces brillaba la luna

Volvimos a encontrarnos cara a cara
Mirándonos sin decirnos nada
Y ya no tenía bastante sitio para irme de nuevo

Quedé mucho tiempo amarrado contra un árbol
Con tu amor terrible ante mí
Más angustiado que una pesadilla

Alguien más grande que tú, por fin, me liberó
Todas las miradas llorosas me persiguen
Y esta debilidad contra la que no se puede luchar
Huyo rápidamente hacia la maldad
Hacia la fuerza que yergue sus puños como armas

Sobre el monstruo que me arrancó de tu dulzura con sus garras
Lejos de la opresión blanda y suave de tus brazos
Me voy respirando a pleno pulmón
A campo traviesa a bosque traviesa
Hacia la ciudad milagrosa donde mi corazón palpita
Poeta

Sonetos :  A felicidade está dentro de nós
Sou uma pessoa feliz,
apesar dos contratempos
e das situações negativas
que batem em minha porta.

As pessoas se enganam
pensando que felicidade
é morar na cidade,
ou possuir bens materiais.

A felicidade é uma coisa interna,
e pode estar numa caverna,
no campo... Em qualquer lugar.

Felicidade é não ter que “procurar”
o que traz felicidade...
É deixá-la externar.

A.J. Cardiais
17.10.2015
Poeta

Poemas de nostalgia :  Madrugadas Orientales
Yo viví esas madrugadas
de humito albo en la cocina,
aromado y penetrante,
prófugo por la fajina.
De la caldera silbona
y el estrépito de astillas,
trino de zorzal y mate
y tertulia de gallinas.

Yo viví esas madrugadas
de pensativo lucero
y de aseo en palangana
con escarcha gris de cielo,
de amasijo, horno de barro
y fragante pan casero,
de piso tibio de tierra
con sillas de palo y cuero.

Yo viví esas madrugadas
de multicolor ensueño,
con rudo clarín de gallos
y ronda feliz de perros
y relinchos y mugidos
y berridos y resuellos
y algarabía paisana
y atropello de los teros.

Yo viví esas madrugadas
que todavía guarezco,
y el evocarlas disfruto,
como mi oriental acervo.
A las que inspirado ensayo,
con sentimental anhelo,
dar alma por mente y pluma
en mis pretendidos versos.




.
Poeta

Poemas :  Dedicatoria
[img align=right width=400]http://www.biografiasyvidas.com/biografia/a/fotos/ascasubi.jpg[/img]

Dedicatoria

Hilario Ascasubi (argentino, 1807-1875)


Señor conde Palmetón:
a usté por lo bien portao,
y el haberse acreditao
¡tan lindo en su Intervinción!

Callejas, de refilón,
a nombre de la gauchada,
le dedica esta enflautada
celebrando entre otras cosas,
¡que en ancas le largue Rosas
por el Harpy una ensilgada!

¿Sabe lo que es ensilgada?
Es una vaina, patrón,
sin grano, y ¡con su perdón¿
que jiede a bosta quemada:

medio aceitosa, y buscada
en los pagos del Tandil
y propia para el candil
de cualesquier baladrón;
conque, atráquele, patrón,
esa mecha a Mistre Pil.

Poeta

Poemas :  Ambiente estólido
Ambiente estólido

En las entrañas de la sed el agua quema,
la rama arrancada de una hoja libre,
como la cadena en el candado escribe,
al yugo rojo de la sangre emocionada.

En los dedos del alba misma,
el polvo de la noche,
se levanta con la tempestad inclinada.

Porque a veces pasan los ciruelos, sí que pasan,
por el estanque solitario, siempre, como bosque,
y deja la esperanza, ahí llorosa, en el baúl,
confusa, honesta, leal, noble. ¡Perdida!.

Donde un bambú fuma tortugas,
con la música del hongo angustiado,
en los emblemas del roble.

Encerrada, palpitaba allí, aquella fantasía,
de agua suave, mordiendo nube y lluvia,
en el himno verde de los campos,
acunados con el vuelo de las aves.

En la primera estrella arrepentida,
en el seco césped sin rostro,
y con un ciprés como testigo.

Extraño la carne del hombre que nieva arena,
en el cielo silencio del mármol cruento,
tan áspero en el reír despreciable, siempre,
en la arcilla insondable que hierve azufre.

Por este ambiente estólido que asfixia,
desplomándose iracundo brama agrio,
el suelo de bufidos y relinchos.

¡Oh, altar al recuerdo en ruinas!.
¡Oh, fracaso de la historia ignorada!.
¡Oh, naturaleza humana podrida en desgracia.!
¡Oh, consciencia, la razón se muere rauda!.


Autor: Joel Fortunato Reyes Pérez
Poeta

Poemas de reflexíon :  Escuelita Rural
Contemplando una frágil escuelita rural,
réplica de muchas del continente latinoamericano, pienso:
Aquí, lejos, donde saben que pocos la ven, qué pequeña
y pobre es la casa que los gobiernos le destinan al saber.


Qué alto le cuelgan el candil de la cultura
a los marginados, total, de día tienen sol y de noche luna.
Para qué más luz en terruño tan breve, por restringido también
y sabido además de memoria, de ancestral memoria
como para caminarlo en penumbras.


Retazo que a sacrificio germina uno que otro poeta
o profesional y hasta bueno por sufrir lo que el dolor educa.
Qué mejor escuela, dice el cinismo con hijos en colegio inglés.
Escuelita rural, pequeño bastión de la vergüenza ajena,
aquí, lejos, donde saben que pocos la ven.



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