Poemas :  Tentando consertar minha vida
Estou tentando consertar
a minha vida...
Mas para alguns erros,
não existem consertos.

Fui negligente com o tempo.
Não observei os sinais.
Segui apenas o instinto: viver!
Então vivi, e nada mais.

Vivi, vivi, vivi...
Agora estou aqui,
procurando os velhos sinais.
O tempo é bom,
mas não volta... Jamais!

Não adianta alguém tentar
voltar atrás...
Tudo será apenas um recomeço.
O que foi, foi... Não volta mais.

A.J. Cardiais
31.07.2004
Poeta

Poemas :  À minha maneira
Vou vivendo o meu sonho,
dentro da realidade.
Não "vivo tanto" quando sonho,
é bem verdade,
mas é o suficiente para mim.

Eu sou assim, ora essa!
Não gosto de pressa,
nem enfrento tempo ruim.
Espero o sol sair,
para eu poder seguir.

O meu tempo está sendo...
Sei que ninguém está vendo.
Mas o que me importa
é minha vida torta,
sem eira nem beira.
Vivo à minha maneira.

A.J. Cardiais
16.12.2014
Poeta

Poemas :  Espelho, espelho meu
No meu espelho,
vejo a passagem do tempo...

Mas nem tanto,
quando eu vejo
a minha alma.

A minha alma
não envelhece...

Fico olhando pra mim
e digo/penso assim:
vê se cresce!

A.J. Cardiais
14.08.2010
Poeta

Poemas :  Tempo - o trem da vida
Tempo - o trem da vida
Por mais que você não faça nada,
as coisas estão acontecendo...
Por mais que você não sinta,
o tempo está passando
e com isso levando
sua vida...

Por mais que você não veja,
o tempo vai consertando, quebrando,
unindo, separando,
apagando, lembrando,
nascendo, morrendo...

O tempo só vai.
Não volta jamais.
E nessa viagem de ida,
ele vai transformando sua vida.

Por mais que não pareça,
nem tudo está sob o comando
da nossa cabeça.

A.J. Cardiais
14.01.2017
imagem: google
Poeta

Poemas infantiles :  Para Mudar a Cara do Dia
É sempre bom dizer bom dia,
mesmo estando chovendo.
Assim o dia acaba ouvindo,
e não ficará entendendo...

Aí o dia fica pensando:
como é que estou chovendo,
e este povo está gostando?
Não estou acreditando
no que estou escutando...

Agora eu vou mandar é sol!
Quero ver esse povo
ficar é reclamando.
Quando eu tento agradar,
o povo fica me xingando!

Agora eu vou é pirraçar...
Vou fazer de tudo
só para contrariar.

A.J. Cardiais
02/10/2012
Poeta

Poemas :  Deixe o tempo
Deixe o tempo distrair...
Deixe o tempo consumir
o que está quebrado,
torto ou remendado.

Deixe o tempo destruir.
Deixe o tempo construir...
Deixe o tempo ir.
Deixe o tempo sorrir.
Deixe o tempo se abrir.

Deixe o tempo se embriagar.
Deixe o tempo cair.
Deixe o tempo se levantar.
Deixe o tempo sair...

Deixe o tempo...
O tempo só vai
quando tem que ir.

A.J. Cardiais
14.04.2015
Poeta

Textos :  Il mondo all'interno dell'uomo.
Il mondo all'interno dell'uomo.

La nozione di progresso, allude a una particolare concezione della storia, secondo la quale implicita al divenire storico vi è una nota specifica di perfezionamento, di avanzamento verso gradi o stadi superiori, di trasformazione graduale e continua dal bene al meglio. Contiene quindi, ineliminabile, un elemento di speranza o di fede nel futuro: è perciò anche un modo positivo di intendere il tempo, che viene vissuto come dimensione necessaria ai fini della realizzazione del mondo e dell'uomo.

Gli esseri umani da un lato devono interagire continuamente con il mondo mutevole dell’immediato e, dall’altro grazie al processo straordinario di evoluzione del cervello, gli esseri umani possiedono anche un'attività nervosa indipendente dal sensorio immediato che e’ presente anche in assenza di movimenti e di comportamento.

Questo stato di attività cerebrale senza azione può essere definita come attività mentale, cioè pensiero. Da qui la distinzione fra il mondo del pensiero interiore e immateriale e il mondo esterno e materiale. Il grandioso edificio della scienza umana, entro l’ottica illuminante dell’evoluzione biologica e culturale, rappresenta insomma un’attività spirituale par eccellence.

L’individuo, infatti, può essere esaminato da diversi punti di vista: come individuo, nel rapporto interattivo con gli altri o in rapporto agli schemi che intervengono per orientare se stesso nelle situazioni. Le innovazioni tecnico-produttive e le attività economiche non si sviluppano nel vuoto, ma nel pieno della vita, all’interno di culture, società e tradizioni, in sostanza nella storia. La vita cosiddetta materiale risveglia nei più un desiderio di ritrovare un senso della vita umana che sfugga al giornaliero. La cultura può essere vista come l’insieme delle identità interagenti all’interno di un gruppo, legate tra loro da interdipendenze in parte direttamente determinate.

Ogni individuo nel suo agire opera secondo un'identità culturale che acquisisce, definisce, modifica e ridefinisce lungo tutta la sua esistenza. La comparsa dell’uomo poi con tutte le sue unicità di pensiero, linguaggio e autocoscienza èpure riportata a misura di conoscenza umana.

Si parla di un principio antropico per indicare proprio questa sensazione che la mente umana impronta di se persino le apparenti leggi naturali. In primo luogo l'uomo come creatura complessa, non solo e non tanto come qualsiasi essere vivente, ma anche e soprattutto perché ciò che lo caratterizza e distingue dal resto dei viventi, gli aspetti immateriali del pensiero e della coscienza, ha sostanzialmente il carattere della complessità.

Ma non solo l'uomo è complesso in sé, egli è anche creatore di complessità. Ogni sistema sociale e culturale ha in sé eminentemente la ricchezza e l'irripetibilità proprie della complessità. Si pensa, evitando di esagerare l’importanza della mente umana, che non sia uncaso che la mente trovi principi dell’universo che sono totalmente coerenti con la mente. L’identità sta a indicare l’incontro, l’interazione tra l’individuo e la sua cultura di riferimento, l’identità è un apparato simbolico, operativo, regolativo attraverso il quale l’individuo si orienta all’azione e sceglie tra più alternative possibili preservando la sua coerenza psichica e culturale in un determinato contesto culturale caratterizzato nel tempo e nello spazio. La visione tradizionale e’ stata che il mondo della materia e’ cangiante, caduco limitato nel tempo e nello spazio, mentre il mondo spirituale e’ immateriale, e non limitato da spazio e tempo immutabile… il mondo è interrelato e interdipendente, ma non bisogna confondere questa dimensione planetaria con l’assunzione di modelli che privilegino solo il profitto come unica variabile del processo. Compito della società e della sociologia sarà quello di trovare un equilibrio di forze per evitare catastrofi ambientali e sociali; è necessario assumere consapevolmente il pericolo esistenziale insito nei nuovi orizzonti, il pensiero non deve coincidere con il calcolo della propria utilità individuale. Il mondo da un lato quello materiale cioè fatto di oggetti e fenomeni, e il mondo spirituale, cioè tutte le attività mentali, dall’altro, sono parte dello stesso universo a cui si può accedere solo mediante la mente pensante dell’uomo.

Tutte le definizioni proposte per la misura della complessità, se colgono correttamente alcuni aspetti dei sistemi complessi, ne perdono altri, e inoltre misure diverse applicate allo stesso oggetto (ad esempio un filamento di DNA) possono dare risultati anche molto differenti tra loro. A parte argomenti di critica tecnicamente specifici che esulano dai fini della presente trattazione, osserviamo che comunque il fatto che la biochimica del cervello sia governata dalle leggi non deterministiche della fisica quantistica o che la dinamica neuronale sottostante sia non lineare non implica necessariamente la libertà e la coscienza.

Tali aspetti, eminentemente umani, non sono causati dalla contingenza fisica, ma la precedono ontologicamente e la trascendono. Tuttavia, il fatto che non sia stato ancora stabilito un metodo univoco per la misura della complessità non significa che non se ne siano capiti aspetti importanti; d'altra parte è proprio una delle caratteristiche dei sistemi complessi quella di sfuggire alla predittività matematica, quindi perché stupirsi se la complessità stessa è così refrattaria a farsi rinchiudere nella gabbia di una definizione quantitativa?.

Questa questione e’ quella di maggior difficoltà in quanto va a toccare processi profondi, e nascosti, all’introspezione. A proposito di questa rivoluzione si è parlato di caos, nonlinearità, olismo, frattali, catastrofi e altro ancora, ma il concetto che meglio racchiude ed esprime il carattere della nuova linea di pensiero è quello di complessità. L’origine della coscienza personale rappresenta una delle maggiori sfide al sapere umano, la coscienza come un fenomeno intrinsecamente non riducibile, una proprietà emergente, che ha un carattere nuovo e ontologicamente differente rispetto ai costituenti del sistema. I due termini 'semplice' e 'complesso' si appoggiano l'uno sull'altro. Pensiamo il semplice come opposto al complesso, ma anche il complesso può essere pensato a partire dal semplice. Non esiste una valenza di neutralità: il non semplice è complesso e il non complesso semplice. Semmai si tratta di un confine mobile.

Ciò che per me appare semplice per un altro può essere complesso, e anche la stessa persona può giudicare in due diversi momenti esistenziali lo stesso dato o insieme di dati ora come semplice, ora come complesso. La complessità è quella regione dove la parte analitica del pensiero si smarrisce. Per quei sistemi sufficientemente complessi da porsi sul confine tra ordine e disordine (sull'orlo del caos), l'autorganizzazione sorge spontaneamente e gratuitamente, e da lì in avanti innumerevoli potenziali percorsi si affacciano all'orizzonte dell'essere. L'evoluzione, poi, orienterà le contingenze di queste storie, ma in nessun modo potrà influire sulla direzione di tale movimento, che punta verso la massima ricchezza, varietà, complessità. Il processo evolutivo non comprende solo l’aspetto fisico dell’essere umano, ma anche le sue attività mentali compreso il linguaggio, l’immaginazione, i sentimenti, compreso quelli religiosi.

Pian piano, la scienza sta raggiungendo una unità di visione grazie alla coerenza fra molte vie di investigazioni. Sistemi la cui evoluzione è sostanzialmente non predicibile con i tradizionali strumenti matematici e che presentano fenomeni di emergenza di nuove proprietà e di organizzazione spontanea, gli stessi caratteri all'origine della vita. E la cosa veramente notevole è che tali sistemi non sono peculiari di una o l'altra delle tradizionali divisioni tassonomiche della scienza (chimica organica, fisica dei solidi, biologia molecolare, etc.) ma si ritrovano, legati da forti analogie strutturali, nei campi più disparati: dalla cosmología, ai modelli sociali, dalla biologia alla meteorologia, solo per citarne alcuni. Ci sembra di poter indicare due fronti di rilevanza antropologica della complessità: uno interno che riguarda l'uomo come ente intrinsecamente ed essenzialmente complesso, l'altro esterno che riguarda il mondo dell'uomo: quella realtà di relazioni sociali, economiche, produttive, culturali, che ha tutti i caratteri della complessità (tanto che è proprio in questo ambito che si hanno alcune delle applicazioni più interessanti della nuova scienza).

Invece gli sviluppi della nuova scienza hanno mostrato come la natura, dal livello dei costituenti elementari a quello dei sistemi biologici più strutturati fino alla rete delle relazioni sociali ed economiche umane, sia intrinsecamente e irriducibilmente complessa, cosicché ogni approssimazione che riporti la descrizione dei sistemi ad un modello con interazioni lineari e che separi una parte dal resto è destinata a mancare l'obiettivo di una corretta spiegazione dei fenomeni . Secondo gli antichi il bene, il giusto, il vero stanno nell'immutabilità: solo ciò che ha forma stabile e permanente è compiutamente realizzato; il tempo disturba e corrompe; ciò che vive nel tempo è destinato a perire.

Todos los derechos de „Il mondo all'interno dell'uomo.“ pertenecen a su autor (Joel Fortunato Reyes Pérez).
Ha sido publicado en e-Stories.org a solicitud de Joel Fortunato Reyes Pérez
Publicado en e-Stories.org el 04.08.2016.
Poeta

Textos :  O caminho do espelho.
O caminho do espelho.
O reflexo de si mesmo na língua.

O homem sente-se um estrangeiro entre os homens, um exilado do mundo para o qual não encontra um sentido. A minha mensagem é a de que as coisas vão mudar e têm de mudar agora. Abraçar o mundo, sem reduzí-lo.

Distinguir o novo da novidade vazia, valorizar o silêncio. O homem sem rudimentos de filosofia caminha pela vida preso a preconceitos derivados do senso comum, das crenças costumeiras da sua época ou da sua nação, e das convicções que cresceram na sua mente sem a cooperação ou o consentimento da sua razão deliberativa… uma vida não examinada não vale a pena ser vivida. De um certo ponto adiante não há mais retorno.

Esse é o ponto que deve ser alcançado. A reflexão permite-nos recuar, ver que talvez a nossa perspectiva sobre uma dada situação esteja distorcida ou seja cega, ou pelo menos ver se há argumentos a favor dos nossos hábitos, ou se é tudo meramente subjetivo. A dimensão do homem é o tempo. O homem é um ser temporal e, portanto, necessariamente mortal. Ele navega no tempo durante um certo tempo. O presente é fugidio.

Quando pensamos que o capturamos, ele nos escapa como a água que escorre por entre os dedos quando tentamos segurá-la. O futuro é incerto, imponderável. O futuro é uma promessa. O passado passou, e dele podemos ter não mais que uma pálida lembrança. O homem se torna autêntico quando aceita a solidão como o preço da sua própria liberdade..

Devemos saber que a felicidade não é estática em seu acontecer, mas podemos mantê-la como um estado de ser, uma motivação de busca de bem viver.A solução não é se matar de trabalhar e se concentrar nisso para não se sentir sozinho. Também não é encontrar uma estratégia para driblar a solidão… mas que não estão lá de fato, pelo menos não do ponto de vista do seu pensamento, das suas emoções, das suas ideias. Mas sentir dor ou alegria e não o demonstrar não é ocultar alguma coisa. Alguém oculta seus sentimentos quando deliberadamente os suprime (tal como alguém oculta seus pensamentos guardando seu diário preso a sete chaves, e não meramente pensando e não revelando seus pensamentos).

Quando alguém exterioriza uma dor de cabeça, quando expressa um prazer, ou quando diz aquilo que pensa, não pode ser dito que os correspondentes enunciados são meras palavras e que o interno ainda está oculto. Falar do interno é uma metáfora. Vimos que uma das consequências de ter isto como um padrão é a dissociação entre corpo e mente, entre o ambiente em que estamos e o que se passa dentro de nós. A solução é aceitar que se está só no mundo. Há sempre pessoas prontas a dizer-nos o que queremos, a explicar-nos como nos vão dar essas coisas e a mostrar-nos no que devemos acreditar.

E a vida inteira, cada momento, cada segundo da existência, é uma experiência única pois ninguém vive pelo outro. Assim, não se pode definir a subjetividade nos moldes das ciências naturais, que, na realidade, negam nossa condição de homens dotados de vida interior. Este ideal de ciência é tonto e o seu reverso é o não menos tonto relativismo cognitivo, que declara estar a magia negra ao nível da física quântica, em termos cognitivos e epistemológicos. Sem emoções os seres humanos não existiriam; não é biologicamente possível uma espécie biológica destituída de emoções.

Afinal, a emoção é mais racional do que se diz. A confusão é precisamente esta: nós sabemos que muitas vezes as emoções roçam a loucura. Mas, precisamente, isso é uma patologia das emoções, não é a sua natureza própria. Só podemos apreender nossa vida subjetiva sob a forma de uma história pessoal, única e intransferível. Antes, podemos dizer aquilo que sentimos tal como podemos dizer como as coisas nos causam impacto perceptivelmente, dizer aquilo que pretendemos, imaginamos ou pensamos. O passado está talhado em nossa memória. Ele vive em nossas tradições.

Nosso corpo e as coisas que nos rodeiam estão impregnadas de história. Os pobres sofrem porque não têm o suficiente e não porque os outros têm muito. Não há como nos livrar do que já aconteceu. Será mentira em cima de mentira, calúnia e promessas. Existe uma meta, mas não há caminho; o que chamamos caminho não passa de hesitação… Somos descendentes e herdeiros diretos do que foi feito no tempo pretérito. Humano, simplesmente humano.

A incerteza leva-nos a pensar, a refletir, a evoluir…nasce da relação entre o homem e o mundo, entre as exigências racionais do homem e a irracionalidade do mundo. Algumas têm medo que as suas ideias possam não resistir tão bem como elas gostariam se começarem a pensar sobre elas. . Nada é mais racional do que uma emoção apropriada, e nada mais irracional do que a falta dela: alguém que não fique horrorizado com o sofrimento alheio é adequadamente descrito como desumano.

E a razão é também a faculdade mais emocional dos seres humanos: mal conduzida por emoções erradas, é possível produzir as piores ideias e argumentos — racismo, fascismo — sem ver que são péssimas, só porque massajam as nossas emoções mais tontas. Como dissimulação e fingimento são sempre logicamente possíveis, não se pode nunca se estar certo de que outra pessoa esteja realmente tendo a experiência que ela pelo seu comportamento parece estar tendo. Nomeadamente, indagando antes não se eu posso saber das experiências dos outros, mas sim se posso saber de minhas próprias; não se posso entender a “linguagem privada” de outra pessoa em uma tentativa de comunicação, mas sim se posso entender minha própria suposta linguagem privada.

O ser humano equilibrado e feliz cultiva as emoções apropriadas, que respondem à razão, e trabalha para impedir que as piores emoções lhe toldem a razão. O fato de existirmos não pode ser posto em dúvida, mas contrariando as ideias cartesianas, as interpretações da nossa condição de seres existentes não são únicas e indubitáveis, ao contrário, são diversas e diferentes.

A idéia de que a língua que cada um de nós fala é essencialmente privada, de que aprender uma língua é uma questão de associar palavras com, ou de definir ostensivamente as palavras por referência a, experiências privadas (o “dado”), e de que a comunicação é uma questão de estimular um padrão de associações na mente da pessoa ouvinte, qualitativamente idêntico ao daquele da mente do falante é uma idéia ligada a múltiplas concepções errôneas, mutuamente sustentadas, sobre a linguagem, as experiências e sua identidade. Nasceu sem o seu consentimento; o modo como se organiza é independente dele; os seus hábitos dependem daqueles que o obrigaram a aceitá-los; é incessantemente modificado por causas, visíveis ou invisíveis, que escapam ao seu controle, que regulam necessariamente o seu modo de existência, que moldam o seu pensamento e determinam a sua forma de agir.

Em geral, a relação entre palavra e coisa é indirecta; é mediada por outras expressões referenciais. Ao assinalar o que tal termo nomeia ou aquilo a que se aplica, servimo-nos de outros dispositivos referenciais. Diz-se que o homem delibera quando suspende a acção da vontade; isto acontece quando dois motivos opostos actuam alternadamente sobre ele. Deliberar é amar e odiar alternadamente, é ser ora atraído ora repelido; é ser umas vezes dirigido por um motivo e outras por outro. O homem apenas delibera quando não vê distintamente a qualidade dos objectos que o afectam ou quando a experiência não possibilita uma avaliação adequada dos efeitos que a acção, mais ou menos remotamente, produzirá.

Mas a relação entre palavra e objecto não pode ser sempre indirecta neste sentido. De contrário, cada termo apenas teria poder referencial em virtude do poder referencial de outras expressões, e estas, por sua vez, apenas indirectamente se reportariam ao mundo, e por aí em diante ad infinitum.


Todos los derechos de „O CAMINHO DO ESPELHO. (O reflexo de si mesmo na lingua).“ pertenecen a su autor (Joel Fortunato Reyes Pérez).
Ha sido publicado en e-Stories.org a solicitud de Joel Fortunato Reyes Pérez
Publicado en e-Stories.org el 23.07.2016.
Poeta

Textos :  Fuori da me . (Ensayo)
FUORI DA ME.
Il mare all'interno di una goccia.

ESSERE O NON ESSERE: IL RUOLO DEL DILEMMA IMPLICATIVO NELLA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO.


Raccontano di sentirsi insensibili e di vivere in un mondo irreale. Inoltre, anche le loro percezioni risultano alterate: gli oggetti sembrano molto distanti, appaiono strani, i rumori possono essere più forti di quanto siano in realtà. …invece appare superiore, autosufficiente, dominante, euforico, trionfante (o alternativamente freddo e distaccato). Sente di non appartenere al resto dell’umanità o di far parte di una élite superiore. Il valore della caducità è un valore di rarità nel tempo.

In questo modo possiamo descrivere ciò che avviene quando la nostra mente finisce in un luogo buio e cavernoso, pieno di tutti gli scenari peggiori e più catastrofici possibili e ci fa inevitabilmente saltare a conclusioni terribili quali: esami finali falliti, incidenti aerei e cari delusi… Risultato: ecco il rischio di vedersi rubare informazioni in tempo reale, venderle sul dark web per ottenere un profitto oppure anche usare le informazioni per svuotare i conti bancari degli utenti.

Non contenti, ci ripetiamo che la colpa è degli altri. Prima o poi smettiamo di cercare. Ci sentiamo condannati a vivere una affollata solitudine. Attraverso l’evocazione si tenta di stimolare la motivazione intrinseca del soggetto al cambiamento, una motivazione che appartiene già al cliente e che viene potenziata agendo sulle sue percezioni, i suoi obiettivi e i suoi valori.

La realtà diventa una tela dipinta da gente noiosa che non smette di deluderci. Esiste tuttavia un'altra morte, insieme metaforica e reale, che colpisce ognuno di noi ogni giorno, poiché ogni giorno ci avviciniamo realmente alla nostra morte.
Siamo abituati a pensare che solo impronte digitali e volti siano unici e non replicabili. della fragilità o instabilità emotiva, questa viene considerata come un costrutto multi-dimensionale caratterizzato da oscillazioni intense e frequenti di emozioni che possono presentarsi in presenza o meno di eventi esterni piacevoli o spiacevoli .
L’esigenza sentita di immortalare un evento, di rendere il mondo eterno, di far si che esso sopravviva a quell’istante, porta inevitabilmente ad arrestarlo, a sequestrarlo al momento successivo; togliere il movimento, privare ogni cosa del suo tempo, non preserva dalla morte ma l’attesta e ce la rende visibile come in un oggetto imbalsamato.

La amplificazione della contraddizione: che si fonda sull’ipotesi che alla base di ogni problema comportamentale esista un ambivalenza, una contraddizione tra il comportamento e i valori della persona. Quello che conta è l'uomo, l'uomo ucciso, non il suo colore. Ma al mondo non esistono due cuori anatomicamente uguali per forma e per dimensione, e magari neanche per tono di rosso. Non esistono due risate identiche o due pensieri uguali.

Ascoltarli sarebbe la soluzione
…il massimo grado di espressione: grandiosità, mancanza di sentimenti, perdita di contatto con il sé e il corpo, mancanza di contatto con la realtà, senso di onnipotenza, diffidenza verso gli altri, rabbia espressa, sadismo (anche verso se stesso) e crudeltà. È importante evitare interpretazioni e costruzioni personali del problema. Eppure per capire veramente cosa è stata… il processo di manipolazione e falsificazione che l’ha generata, non serve questa mole di lavoro; di parole ne bastano.

L’essenziale del lavoro del lutto consiste nel vincere la fissazione del desiderio riconoscendo le esigenze ineluttabili della realtà. Si lavora per: accrescere capacità di problem-solving, lavorare sull’irrazionalità di pensieri svalutativi, imparare a vedere la ricaduta come ostacolo prevedibile e gestibile. Ascolto empatico e riflessivo: che realizza, a livello strategico, il primo principio del colloquio di motivazione attraverso ripetizioni, riformulazioni, parafrasi e riflessione dei sentimenti.

Il suo interesse è sempre concentrato sulla materia, sia rappresentata nella vita del corpo - nella girandola della sua percezione, del suo governo e delle sue trasformazioni - sia delineata come sfondo in cui le attività umane si svolgono - nel mondo della vita quotidiana di borgo, città e campagna, nella dialettica dei mestieri delle acque e della terra, nella geografia mentale di una sensibilità umana plasmata da una realtà dura e scabra, generatrice di ansie escatologiche, ombre, insicurezze, paure.

Essa ci forza a tollerare le dissonanze che ci allontanano dall'integrazione, creando quindi un certo tipo di sofferenza e costringendoci a un lavoro, entro parametri più rigidi, di scelta di un « fatto» nuovo di volta in volta capace di dare una forma dentro di noi e sia in grado di trascinarci dal mondo delle percezioni a quello delle emozioni.

La fissazione affettiva si ripercuote sulle immagini con un gioco tragico che confronta l’esistenza reale e l’esistenza immaginaria ed approda alla conoscenza del carattere definitivamente superato dell’attaccamento affettivo.

Le immagini, così, diventano spazio di comprensione e di elaborazione che può essere d'aiuto nella ricerca di una nuova modalità d'integrazione tra il proprio mondo interiore e il mondo relazionale esterno. L'immagine appare come un'integrazione della parola. Diventa dichiaratamente un linguaggio non verbale.

Non è dunque un linguaggio come il parlato ( tra l’altro, manca di un vocabolario), ma può essere considerato un linguaggio metaforico che ha un potere anche superiore a quello parlato, in quanto può articolarsi in forme che sono negate al linguaggio verbale. Esso comunque è un modo simbolico di esprimere dei sentimenti.

Come artista, per me è intrigante scoprire, per esempio, durante l'allestimento di una mostra, come la gente possa percepire, sentire, decifrare le immagini che percepiscono per la prima volta, ma alle quali io attribuisco un significato preciso proprio perché le conosco molto bene anche e soprattutto in termini di processo creativo.

E se estendiamo l'analogia tra la musica e quelle forme narrative che, ad esempio, compaiono nel sogno, appare chiaro come la censura che nel sogno occulta, distorce e deforma l'inarticolato dell'inconscio trasformandolo in un testo suscettibile di interpretazioni, presenti alcune analogie con quella griglia che è la scelta di regole compositive in musica che trasformano rappresentazioni affettive inconsce inarticolate in costruzioni articolate o forme significanti aperte ad una infinità di sensi e capaci, quindi, di veicolare specifici significati.

Tenere il desiderio ben distinto dalla nostalgia dell'origine significa allora resistere all'auspicio profondo del desiderio che mira alla propria abolizione vivendosi come aspirazione a un bene un tempo immediatamente goduto, poi perduto, ed ora promesso a un recuperato possesso.

Tutto ciò implica come suo corollario il postulato della semplicità unitaria dell'originario, della sua immediatezza, considerata come caratteristica reale ma perduta del tempo mitico delle origini, e posta come traguardo finale verso cui tende il desiderio.


Autore: Joel Fortunato Reyes Pérez
Poeta

Sonetos :  O sonho e a foice
A minha realidade
me deixa covarde,
diante das coisas
que tenho que enfrentar...

Mesmo assim eu enfrento.
Luto por um bom tempo...
Quando não aguento
fujo, vou sonhar.

Sonhar é a minha
válvula de escape.
É o que tem me salvado.

Senão, em vez disso seria: ZAP!
A foice da morte
já teria me ceifado.

A.J. Cardiais
21.08.2009
Poeta